Perché birra del villano, chi è il villano?
Nel medioevo villano era colui che risiedeva nella villa, la terra aperta che si contrapponeva al borgo e al castello, nella condizione di servo della gleba. Quindi, in generale il villano è un uomo di campagna, un contadino e questo ben si addice alle mie origini. Famoso il detto anche se ormai obsoleto, “carta canta e villan dorme” (cioè, con un documento scritto in mano, le persone, e specialmente quelle più semplici e sprovvedute, sono più tranquille sull’applicazione dei patti convenuti).
Nel mio paese Pitigliano, recentemente nella piazza principale del paese, è stato fatto un monumento che celebra le radici contadine di Pitigliano associato all’antico mezzo di locomozione che popolava un tempo i vicoli del paese: l’asino.
La birra del villano è frutto di un territorio da sempre vocato all’agricoltura, una birra che rappresenta un punto d’incontro tra passato e presente, di come i sacrifici impressi sul volto del contadino che danno quel senso di pensosa dignità e di fierezza, contenuta dall’umiltà, proprio di chi è abituato a vivere con l’opera delle sue mani, si scontra con un tempo in cui tutto sembra aver valore fuorché l’opera del villano.
Caratteristiche:
IGA - Italian Grape Ale è una birra fatta con l'aggiunta di mosto d'uva.
Bottiglia da 33 o 75cl
Grado alcolico: 8,0%
Temperatura suggerita: 6-10 gradi
Abbinamenti: Pasta al sugo, lasagne, cannelloni, carni rosse, arrosto, formaggi stagionati, affettati toscani, cinta senese.
Bicchiere: Balloon, pinta.
Schiuma: Cremosa e persistente.
Colore: Rosso ambrato.
Aroma: Al naso un profumo erbaceo, che poi lascia spazio al mosto d'uva.
Gusto: Inizialmente si percepisce il sapore del malto che sul finale viene coperto dall'aroma del mosto.